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mercoledì 22 gennaio 2014

l'insostenibile pesantezza del treno. (Diario di B(r)odo)

Esistono...ebbene si! anche qua in Italia esistono i mezzi di trasporto pubblico. Certo non saranno puliti, in orario, raccomandabili, attrezzate ed è vero! non sono economici, non hanno un personale empatico ed è altre-sì vero!! non si capisce come ottenere un rimborso, non si capisce con chi prendersela o denunciare "fuffe" orarie.... ma sicuramente si tratta di mezzi di trasporto.

Ogni mattino mi alzo preparo la colazione, guardo su internet la mail, molti prendono il caffè in attesa dell' immancabile impulso escretorio (parola orribile oltretutto)  per evitare in qualche modo di venir sorpreso, proprio lì nella fermata dell'autobus dal poetico "ribollir di budelli" che mi obbligherebbe a ritornare indietro. Voglio evitarlo, devo evitarlo, non ci si può far sorprendere da "un non previsto" nell'epoca dei binari, non ci si può proprio SORPRENDERE. Qualsiasi stimolo extra-ordinario che in  quel bel mondo poetico (anche se ormai taroccato dagli "Into the wilder's") sarebbe stato vissuto come avventura, terrore epico, istinto o addirittura meraviglioso mito; ora viene stravolto e reinterpretato attraverso una ricompilazione valoriale che antepone al "mito" il senso di improduttività, perdita di tempo e quindi ogni tipo di rivoluzione della prassi trasmigra in rabbia e  frustrazione.

In quiete:

Tutto è andato bene, ho espletato di default la prima fase della mattina, ed ora mi appresto al viaggio di andata. nella prima mattinata si è solitamente intorpiditi, rincoglioniti ed in generale molti altri "ito".
Si attiva la modalità generica di "stare al mondo"|  ho tutto ciò che mi serve con me?|--- "si"----  posso vivere la giornata al massimo, limitandomi ad osservare i malaugurati compagni di viaggio dell'autobus.

Prima di tutto, c'e' chi entra dove si esce e chi esce dove si entra, c'e' chi non riesce ad entrare e chi non riesce ad uscire, c'e' chi sbaglia autbus o treno e si accorge dopo. C'e' chi confonde (nel treno) la classe e si sente "giustificatamente" - ma come è prima classe? ce stanno li sorci!
Gente scazzotta per il posto, capita la giornata disgraziata in cui qualcuno vomita, qualcuno piange, qualcuno va in panico e fa fermare la linea. C'e' l'incidente, il taccheggiatore, il palpeggiatore, il parlone, il beone, il controllore. Il senza biglietto, il senza educazione,  lo studente che dovrebbe lavorare ed il lavoratore che dovrebbe studiare. Ci sono poi figure che mi inquietano più delle altre per il loro comportamento fuori luogo, la persona gentile che si alza e lascia il posto, quella che ti dice buon giorno e quella che sorride di tanto in tanto, ma sono rare e comunque vengono travolte in poco tempo dalla routine del tram, autobus o treno che sia.

Ma ora... come ci finiamo nella non quiete, nella non routine?
Siamo schiacciati costantemente da noi stessi, dal nostro ego, dalla nostra frustrazione. Siamo noi a percepire la non quiete di noi stessi. Non pensiamo alle cause, ai desideri,alle logiche alte e sopraffine, al dovere, al potere, azzeriamoci! Lo stress della sveglia, il dover andare, il dover essere, il vivere costantemente in un "Apparire" {che tanto richiama il PARERE, l'opinione dell'altro}...ed allora? quando finalmente saremo nell'essere?!---> se avessi 15 anni, con la maglia dei sex pistols e una bottiglia di birra, vi direi senza esitazione, io sono cosi, io sono quello che voglio essere......

SENTENZA : L'essere non esiste come individualità! se si è quello che si è, allora non si può mai essere quello che si vuole. Ma anche nel malaugurato caso in cui qualcuno si ritenega  "essere" come corrispondenza con la propria volontà. Volevo ricordare che si appare a priori! e conosciamo l'essere già apparsi, già DEFINITI e lo siamo  infieri e postmortem..... CAZZO NON CI SCROLLIAMO L'APPARIRE NEPPURE DOPO LA MORTE..
Ed eccola qua la causa della palla di spine che dobbiamo digerire ogni mattina, ogni sera... ad ogni viaggio adattandoci a questo ambiente ostile ed inospitale. Persone docili pacifiche apparire come violenti psicopatici e tanti tanti tanti altre tipologie di apparenza.

  
Un breve elogio agli autisti: Sono umani, schiacciati quanto e più di noi, pendolari "svegliati stanchi". Subiscono gli orari, gli scazzi, le domande, il traffico, ripetutamente tutto il giorno per tutti i giorni, finché pensione [pensione.....] non li separi [ non avrete mai una pensione... mi dispiace].


MA ALLORA FRATELLI ALZATEVI DAI VOSTRI POSTI, PRENDIAMOCI PER MANO SORRIDENDO ALLA VITA.......oh!cazzo!! Qualcuno vi ha già fregato il posto...

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